Carissimi seguaci dei Nostri efferati assassini il Nonno, il Papà e il buon Zi… ehm ehm, carissimi lettori appassionati della rocambolesca saga dei Pirati dei Milan, in codesto breve articolo introdurremo un argomento assai amato dagli amanti della Storia della Marineria: le navi fantasma!
In verità, parleremo di una nave fantasma in particolare, forse la più famosa o famigerata per meglio dire, non fosse altro perché nessuno può mettere in dubbio la sua esistenza. Questo perché di navi fantasma ce ne sono molte: quella dell’Olandese Volante, solo per citarne una; ma la sua storia è avvolta dalla leggenda e prove tangibili che essa non sia una fanfaluca non ce ne sono.

Ad ogni modo, chi non ha mai sentito parlare di navi fantasma alzi la mano, che lo impicchiamo subito all’albero di maestr… ehm, ecco, che saremmo ben lieti di colmare la sua grave lacuna.
Crediamo difatti che anche un montanaro della Val Camonica superiore sappia delle leggende di mare afferenti alle navi fantasma!

In tal guisa, cominciamo subito con il tappare le bocche dei miscredenti versandogli in gola piombo fuso nella migliore tradizione dei sangiacchi turch… ehm, ecco, iniziamo col dire che coloro i quali sostengono – guidati per lo più dalla cieca ricerca di una spiegazione scientifica ad ogni costo per ogni fenomeno non noto osservato – che le navi fantasma non esistono, si sbagliano e di grosso anche.

Come facciamo noi Narratori ad affermare ciò con tal arrogante sicumera?
Stateci ad ascoltare e lo scoprirete alla fine del nostro articolo che, per l’appunto, accennerà alla vicenda di quella che è la nave fantasma più nota per chi è appassionato di misteri e leggende del mare.
Nell’uggioso inizio novembre del 1872, al molo 50 sull’East River di New York, un veliero attrezzato a Brick-Goletta attende l’ordine del suo comandante per prendere il largo. Nella sua stiva sono stati caricati dai portuali barili contenenti 1700 litri di alcool per uso liquori. Sì, avete capito bene: 1700 litri di alcool per liquori, da trasportare a … Genova.

Il Comandante di questa goletta era un certo Benjamin Spooner Briggs, esperto nel suo lavoro e puritano di idee religiose, timorato di Dio, i cui libri preferiti non erano certo i romanzi in stile L’Amante di Lady Chatterley o, peggio, la Nouvelle Justine, ma piuttosto la severa Bibbia, dalla quale non si separava mai, portandola sempre appresso finanche infilata sotto l’ascella.

L’equipaggio del suddetto veliero, del quale non vi riveleremo il nome fino alla fine di questo articolo, era composto da due ufficiali di rotta – che avrebbero dovuto coadiuvare il Comandante Briggs nella navigazione oceanica – da quattro marinai di origini tedesche e da un cuoco di bordo, un bravo negro dell’Alabama, che godeva la massima fiducia del Comandante.
Nella traversata atlantica che la goletta avrebbe dovuto affrontare, c’erano a bordo anche la moglie del Comandante Briggs e sua figlia di soli due anni.

In tutto, quindi, stiamo parlando di dieci anime.
Ma arriviamo al dunque e dimostriamo una volta per tutte agli scettici che le navi fantasma esistono.
Caso volesse che, sempre in quei moli newyorkesi, vi fosse ormeggiato in attesa di salpare le ancore per l’Europa un brigantino battente bandiera inglese chiamato Dei Gratia, al cui comando c’era il Comandante Morehouse, un buon amico del Comandante Briggs. Questa coincidenza che riportiamo è molto importante, come si vedrà ben tra poco.

Il 6 o il 7 novembre la goletta del Comandante Briggs salpa da New York per Genova. Il 14 o il 15 novembre invece – circa una settimana dopo – salpa il brigantino Dei Gratia del suo amico Morehouse, diretto verso la Perfida Albione.

Il 4 dicembre 1872 il Comandante Morehouse, al timone del Dei Gratia, sta navigando a nord delle Isole Azzorre, in rotta verso lo Stretto di Gibilterra. Egli si accorge che una nave, in lontananza, si sta avvicinando. Il Comandante Morehouse chiede il cannocchiale al suo fido secondo, il signor Wright, che glielo porge rapido. Morehouse guarda nello strumento e tra sé borbotta sbalordito: «Che io sia dannato … Ma quella è … Non è possibile».
La nave che sta navigando verso il Dei Gratia, con un’andatura in effetti anomala e con la velatura assai ridotta, è la goletta del suo caro amico Benjamin Spooner Briggs. Peccato che sul ponte di quello strano vascello Morehouse non riesca a scorgere nessuno: né un nostromo al timone, né un marinaio alle vele. Questa evidenza lo insospettisce e non poco. Tutto è assai strano. Così Morehouse si decide e ordina al signor Wright e all’altro ufficiale signor Deveau di approntare una lancia per abbordare l’imbarcazione in avvicinamento.
Quando i due uomini comandati da Morehouse giungono, non senza difficoltà viste le condizioni di mare grosso presenti in quel quadrante, fin quasi all’abbordo, con un megafono, urlano: «Olà, dell’equipaggio!». Ma non ricevono risposta. Provano a chiamare ancora, ma niente. Allora si decidono e s’arrampicano su una biscaglina come scimmie selvatiche con il cuore in gola; quando finalmente scavalcano il parapetto e giungono sul ponte del veliero, un brivido di autentico terrore gli attraversa la schiena.
Quella nave è priva di equipaggio e sta navigando da sola.

Quella nave è indubitabilmente una nave fantasma. Una nave fantasma non di fantasia, non inventata dalla mente fervida di qualche scrittore di storie fantastiche a sfondo marinaro o partorita dalla creduloneria dei marinai che, fin dalla notte dei tempi, alle taverne dei porti – tra un boccale di rum e un altro di birra – raccontano di avvenimenti misteriosi e orrorifici, come l’incontro con il Kraken o con il vascello fantasma dell’Olandese Volante.
Quella nave sulla quale i due subordinati del Comandate Morehouse erano saliti si chiamava Mary Celeste e la sua storia è oramai entrata di prepotenza nella leggenda della Storia della Marineria. La Mary Celeste fu condotta in porto a Gibilterra dagli uomini della Dei Gratia e, successivamente, sequestrata dalle autorità marittime inglesi. Di quel che successe dopo, qui non diremo nulla, non essendo questa la sede adatta per sviscerare il tema (complesso e lungo).
Concludiamo questa pillola sulle navi fantasma ricordando che nessuno sa dire con certezza che fine fecero le dieci persone a bordo della Mary Celeste: il Comandante Benjamin Spooner Briggs, sua moglie, la sua povera figlioletta, i due ufficiali, i quattro marinai e il cuoco.
Di congetture su cosa sia successo a bordo di quel veliero, infatti, ne sono state fatte e se ne fanno a tutt’oggi a bizzeffe. Si è detto il classico tutto e il contrario di tutto. Sono state tirate in ballo le teorie più strampalate: dai mostri marini, agli alieni, al diavolo e quant’altro sia bizzarro e poco credibile; ma mai nessuna di queste ipotesi è giunta allo stadio di una prova inconfutabile.
Quel che si sa per certo è che tutte le persone imbarcate sulla Mary Celeste sono scomparse nell’Oceano Atlantico senza lasciare tracce e che la nave ha continuato a navigare da sola, come sospinta da una forza arcana.

Tuttavia … Tuttavia noi devoti Narratori delle epiche gesta dei quei tre folli assassin… ehm ehm, di quei tre eroici navigatori rivoluzionari che ogni marinaio di ogni epoca e regione geografica del mondo conosce e rispetta, i quali nomi mitici sono Il Nonno, il Papà e il Zio, un giorno – ve lo promettiamo solennemente – vi sveleremo cosa accadde in realtà alla Mary Celeste, perché abbiamo nel cassetto un lungo racconto in merito che metterà un parola definitiva all’enigma.
In questo racconto, invero, vi è narrata filo per segno che cosa è capitato a quelle dieci persone, poiché abbiamo avuto mandato di scriverlo proprio dai nostri eccezionali mentori, I Pirati dei Milan, ai quali il Mare non cela mai alcun segreto, poiché essi sono il Mare, poiché vivono in simbiosi con Lui dal giorno della Creazione stessa.
W IL NONNO
W IL PAPÁ
W IL ZIO
E VIVANO PER SEMPRE I PIRATI DEI MILAN!

Andrea Cominelli e Diego Trigili
https://it.wikipedia.org/wiki/Mary_Celeste