Nel cuore del Mare, ovvero la nascita di Moby Dick

Locandina del film di Ron Howard uscito nel 2015

Nel 2015  – nelle sale cinematografiche di tutto il mondo –  uscì un film molto interessante per gli amanti di storia della marineria, un film che però fece fiasco al botteghino. Il suo titolo era evocativo: In the Heart of the Sea. In Italia invece, questa pellicola, diretta nientemeno che da Ron Howard (il buon vecchio Ricky Cunningham, dell’indimenticata serie televisiva Happy Days, per intenderci), fu titolata Le Origini di Moby Dick.

Se per qualcuno il nome Moby Dick significa pur qualcosa (lo speriamo, di cuore!), siam pronti a scommettere la paga di un anno di pirater… Ehm, scommettiamo una cena che le parole “baleniera Essex”, ai più, non dicono assolutamente nulla.

La cosa non ci stupisce, in verità. Non siamo stupiti, cioè, che il film di Ron Howard abbia lasciato il pubblico indifferente e neppure che pochi conoscano l’incredibile storia della baleniera Essex. Troppi giovani, ai giorni nostri, perdono il tempo con gli occhi incollati sullo schermo di un dannato Smartphone oppure manifestando contro il patriarcato, ovvero contro nonni, papà e zii (forse son più le puttanelle pro Lgbtq+yzfmn che manifestano contro il pratriarcat… Ehm ehm … Scusateci, ecco, vogliamo ivi solo precisare che, forse, son più certe ragazzine con la capa confusa che gridano slogan scellerati contro il loro buon Papà, che i ragazzini). Ad ogni modo, mala tempora currunt solevano ammonire gli antichi. E tempi peggiori di questi, noi Narratori delle fantastiche imprese dei Pirati dei Milan, proprio non riusciamo a rammentarli.

Ragazzine con la capa confusa che manifestano contro nonni, papà e zii

Ma non deviamo dalla rotta tracciata. Stavamo dicendo, che non ci sorprende affatto che questa gioventù debosciata nulla sappia di un tempo in cui i ragazzi diventavano uomini – nella vera accezione che questo termine sottintende – circumnavigando il globo a bordo delle baleniere a vela, nell’epoca eroica di questa pericolosissima sfida tra l’uomo e le forze primigenie della Natura. E che questi argomenti non interessino alla gioventù odierna.

Al netto di questo panorama deprimente, la domanda che dovrebbe sorgere spontanea a questo punto è: che c’entrano quindi Moby Dick, la baleniera Essex, il film di Ron Howard, con la storia della marineria, visto che la baleniera comandata dal Capitano Achab – protagonista dell’immenso romanzo di Hermann Melville – si chiama Pequod e non Essex e la traduzione letterale di In the Heart of the Sea è Nel cuore del mare?

Il Capitano Achab, interpretato da Gregory Peck

Tutto c’entra! E adesso ve lo andiamo a spiegare con sommo piacere.

Lo scrittore Herman Melville (1819-1891), nel suo arcinoto romanzo, racconta la storia di una balena bianca assassina chiamata dai balenieri Moby Dick, un gigantesco capodoglio albino per precisione zoologica, che ha strappato una gamba al summenzionato Capitano Achab, durante una battuta di caccia alle balene. Costui, perciò, vuole vendicarsi. Così il Capitano Achab salpa ancora con la baleniera Pequod dall’isola di Nantucket – il covo dei balenieri per eccellenza nel tempo di questo commercio assai redditizio – e il suo equipaggio per un viaggio di tre anni, apparentemente per ritornare a cacciare le balene e produrre un guadagno per gli armatori, ma con lo scopo segreto quanto folle di inseguire Moby Dick per tutti i mari e ucciderla, costi quel che costi. E il costo, alla fine del romanzo, sarà la distruzione della nave, la morte brutale del Capitano Achab e di tutto l’equipaggio. Si salverà solo un uomo: Ismaele, sopravvissuto alla cieca furia di Moby Dick per volere divino, al fine di narrare la tragedia del Pequod ai posteri.

Herman Melville

Fin qui, nulla di strano. Stiamo in fin dei conti parlando di un romanzo, non di realtà. Eppure, questo romanzo, fu ispirato a Hermann Melville da una fatto inquietante di cronaca marinara dei suoi tempi: l’affondamento della baleniera Essex, avvenuto nell’Oceano Pacifico, il 20 novembre 1820.

La baleniera Essex, un veliero trialbero, era stata costruita dai mastri d’ascia ad Amesbury, nel Massachusetts, e varata nel 1799. Era salpata dall’isola di Nantucket nell’agosto del 1819. Alla sua partenza, nella suddetta data, era comandata da un capitano ventottenne, tal George Pollard Jr. – figlio d’arte, come si dice in questi casi – poiché era nato e cresciuto in seno a un’importante famiglia di balenieri. Il suo Primo Ufficiale era invece Owen Chase, marinaio molto in gamba e coraggioso, ma senza natali blasonati nel mondo della baleneria.

Disegno originale della baleniera Essex

Il viaggio della Essex però non iniziò sotto i buoni auspici, poiché – fin da subito – il Capitano George Pollard Jr. dovette affrontare brutte tempeste nell’Oceano Atlantico, riuscendo a doppiare il Capo Horn solo dopo dure fatiche nautiche. Inoltre, fino al passaggio nel Pacifico e oltre, la stive della baleniera erano pressoché vuote (circa 800 barili d’olio di balena accumulati), quantitativo questo ritenuto insufficiente, considerato il tempo di navigazione in mare della Essex da quando aveva lasciato il porto di Nantucket.

Fu per questa ragione che il capitano George Pollard Jr. decise di spingersi verso acque lontane, di seguire rotte inesplorate, di raggiungere il centro dell’Oceano Pacifico. In poche parole: di arrivare fino al cuore del mare! Ma galleggiare su un abisso insondabile e inconoscibile, può essere pericoloso. Molto pericoloso.

Owen Chase

Qui di seguito, facciamo un resoconto sintetico di quel che accadde.

Nel bel mezzo di questo Oceano immenso, il più grande di tutti, alla metà di novembre del 1920, finalmente – più di un anno dopo la partenza da Nantucket – la vedetta della Essex, dall’alto della coffa, avvista un branco di capodogli molto numeroso e lancia il segnale dabbasso.

George Pollard Jr., felice, non si lascia sfuggire quell’occasione, che si era andato a cercare con coraggio e caparbietà, e impartisce l’ordine di calare le lance in mare per dar inizio alla caccia.

E qui gli uomini della Essex hanno la prima brutta sorpresa: mentre vogano verso il branco di capodogli, che probabilmente si era erano riuniti per la stagione degli amori, un enorme maschio attacca due lance, distruggendole. In questo primo assalto, tuttavia, non ci sono morti, ma solo danni alle barche e alle attrezzature. La caccia viene dunque interrotta e tutti ritornano alla Essex affranti e spaventati, ma sani.

Quel che invece succede il 20 novembre, quattro giorni dopo il primo attacco subito dal capodoglio, è terrificante e trasforma la crociera della baleniera Essex in un incubo che – ancor oggi – viene ricordato nella storia della marineria e per il quale il regista Ron Howard ha deciso di investire 100 milioni di dollari per narrarlo nel suo film.

Ebbene, il 20 novembre del 1820, quello stesso gigantesco capodoglio – che solo qualche giorno prima aveva sfondato due lance – emerge dagli abissi del mare e, a tutta velocità, punta dritto contro la baleniera Essex. La colpisce e la colpisce ancora, sotto gli occhi terrorizzati del Capitano Pollard, di Owen Chase e dell’equipaggio. Finchè la nave è danneggiata irremediabilmente e inizia ad affondare.

Affondamento della Essex da parte del capodoglio

I marinai fanno appena in tempo a raccattare tutto ciò che può venirgli utile e a salire a bordo delle lance rimaste integre, prima che la Essex affondi definitivamente in quell’ abisso liquido.

Quel che succede dopo, è ancor peggio.

Noi Narratori però ci fermiamo qui. Tuttavia, se vi abbiamo interessati e se volete sapere cosa accadde agli sfortunati uomini della baleniera Essex, dopo il suo inabissamento, sperduti in mezzo all’Oceano Pacifico, potete andarvi a vedere il bel film di Ron Howard oppure leggere qualche serio libro sull’argomento.

Ve ne consigliamo pertanto tre: il primo si intitola “Heart of the sea. Le origini di Moby Dick”, scritto da Nathaniel Philbrick e dal quale è stato tratto il film che vi abbiamo segnalato; il secondo – edito dalla buona casa editrice italiana di tematiche marinaresche Magenes – si intitola “Il naufragio della baleniera Essex e la leggenda di Moby Dick” dell’autrice  Annamaria «Lilla» Mariotti; il terzo “Melville: guida a Moby Dick” è di Giorgio Mariani.

https://it.wikipedia.org/wiki/Essex_(baleniera)

Andrea Cominelli e Diego Trigili