Chi ben conosce la saga dei Pirati dei Milan, sa che essa non è solo una scaltra sovrastruttura del pensiero di freudiana memoria messa in atta da noi Narratori per giustificare il nostro presunto unico intento e cioè quello di descrivere con morboso compiacimento e dovizia di particolari efferate stragi perpetrate dai nostri tre cari personaggi principali, il Nonno, il Papà e il buon Zio, e dai loro criminali accoliti. La verità è diversa. A chi s’intende un poco di Storia e, nella fattispecie, di Storia della Marineria, infatti, non sarà di certo sfuggito il fatto che nel comporre questi deliranti raccont… ehm, ecco, che, prima di procedere alla stesura di questi “originali” racconti, noi Narratori svolgiamo sempre un profondo lavoro di ricerca storica, utile in primis a non scriver strafalcioni e in secundis per stimolare l’odierna debosciata gioventù a interessarsi della storia del tempo che fu, tempo che fu sicuramente molto poco “resiliente”, ma certamente più appagante per chi ritiene che un uomo non sia stato concepito per farsi portare a casa la pizza dal corriere pakistano della Glovo o per svegliarsi alla mattina pensando di essere una donna.
Così, dunque, abbiamo agito per il nostro racconto “IL MISTERO DELL’ISOLA DI EILEAN MOR” – il più lungo di tutti – che prende per l’appunto abbrivio da una vicenda di mare misteriosa realmente accaduta all’inizio del secolo scorso, vicenda che abbiamo cercato di sviscerare, per quanto possibile, documentandoci in maniera rigorosa. Come è ovvio, noi abbiamo dato alla fine una nostra personalissima interpretazione dell’enigma, così come han fatto tanti altri invero: scrittori, poeti, registi, giornalisti eccetera. Quel che è certo è che all’inizio del Novecento non esistevano tutte le diavolerie tecnologiche di oggi, le quali, forse, sarebbero riuscite a svelare l’arcano. Abbiamo usato l’avverbio “forse” perché, per quanto ci riguarda, non siamo così convinti che la tecnologia sarebbe riuscita a rivelare cosa sia in effetti successo ai tre guardiani del faro di Eilean Mor, scomparsi senza lasciare tracce tra i giorni 7 dicembre e 26 dicembre del 1900 e considerati tutt’oggi dispersi per cause non accertate.
Di misteri il Mare ne custodisce tanti, è noto, e non saranno certo qualche sonar o qualche satellite che gira in tondo alla terra a cancellar la possibilità che in mare si possa scomparire nel nulla. Non ci credete? Beh, vi riportiamo qui due esempi recenti di fatti misteriosi capitati in mare, per farvi capire che l’uomo non controllerà mai la Natura. Mai e poi mai. I primi giorni di maggio del 2018, una barca a vela con a bordo uno skipper italiano è svanita nell’Oceano Atlantico e a oggi nessuna inchiesta svolta dalle autorità competenti è riuscita a stabilire il perchè. Il 4 luglio del 2023, invece, in prossimità del relitto del Titanic (sul quale sono stati sprecati i classici fiumi d’inchiostro per capire come mai questo nuovissimo transatlantico ritenuto inaffondabile sia finito dritto sparato contro un iceberg, nonostante la notte della tragedia i bollettini di rischio collisione iceberg continuavano a essere trasmessi nelle cuffie del marconista di bordo) il batiscafo Titan, che portava turisti miliardari a visitare l’iconica nave che giace a 3600 metri di profondità (sic!), è imploso – così almeno è stato detto – uccidendo sul colpo tutti i suoi occupanti. Come avrete notato, stiamo parlando di stranezze marittime accadute in tempi recentissimi e non un secolo fa!
Ad ogni modo, se alla fine della lettura del nostro racconto – dove in verità vi abbiamo ben spiegato il destino a cui andarono incontro i tre guardiani del faro di Eilean Mor – a qualcuno venisse la sana voglia di indagare per suo conto su questo stranissimo accadimento – lasciamo volentieri qui sotto alcuni interessanti link, che rimandano ad articoli che trattano dell’irrisolto mistero del mare che ivi abbiamo ricordato.

Andrea Cominelli e Diego Trigili