Il Papà è il padre di tutti noi. Egli ricopre questo imprescindibile, fondamentale e ingrato ruolo dalla notte dei tempi. Perché il padre altri non è che l’educatore per eccellenza, il severo pedagogo senza il quale i figli non possono esser beneducati rispettosi ed equilibrati.
Comandante ardimentoso del veloce Schooner Barracuda, il Papà considera sacro il valore dell’amicizia e ha in odio gli ipocriti e i falsi. Dotato di irresistibile senso dello humor, non prende mai niente sul serio, e per questa sua naturale predisposizione all’ironia viene spesso considerato dalla gente nient’altro che un innocuo mattacchione. In verità nostro padre è un pericolosissimo serpente, un inverato ubriacone, un brutale stupratore di fanciull… ehm ehm, scusateci, scusateci davvero, intendevamo dire che il Papà è il personaggio più sfuggente dei pirati della saga dei Milan, al quale non si possono applicare le banali quanto discutibili teorie filosofiche afferenti all’etica e alla morale così care ai benpensanti.
Il Papà, come ogni buon padre che si rispetti, ha i suoi vizi e le sue virtù e questo deve bastare a chi approccia la nostra epopea marinara. E nel caso de il Papà, se proprio gli si volesse attribuire un malcostume, forse, esso sarebbe solo quello del bere; ma a ben conoscere la disgraziata vita di nostro padre – la morte del tutto accidentale della sua amata e unica figliola Luigia in quel di Robbio Lomellina, il lavoro duro svolto sul ponte di un vascello a caricare e scaricare tonnellate di platani, carrube, arance, cocomeri, angurie e quant’altro sia poco agevole da maneggiare e stivare – comprenderemmo con indulgenza perché egli sia l’incarnazione di una spugna da Guinnes dei primat… ehm ehm, perchè alzi il gomito e sia anche un poco farfallone con il gentil sesso.
